Sgarbi e il coronavirus
In un’emergenza
nazionale così delicata, in cui tutti ci sentiamo impegnati, assistere allo
sproloquio di un protagonista in bene o in male della scena culturale e
artistica di questo nostro paese appare non solo pericoloso ma indice di una mancanza, di una
debolezza delle nostre Istituzioni davanti all’ingiuria, alla menzogna e alla
provocazione così abilmente camuffate in liberalità. Pensare poi che il medesimo personaggio sia il
Presidente di un’Istituzione culturale come Il Mart, il prestigioso Museo di Arte
moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto appare ancora di più paradossale
se non addirittura ridicolo per la cultura e per il modo in cui sono gestiti i nostri Musei
nazionali, da tutti difesi a spada tratta.
Come se non si conoscessero il linguaggio e
gli atteggiamenti con cui il popolare critico si esprime sulle reti televisive
e ora anche sui social. L’ultimo atto spettacolare del nostro critico è quello che lo vede
coinvolto in questa sua ultima impresa con l’uscita del video pubblicato su
facebook dove appunto il nostro Vittorio Sgarbi dice la sua sul Coronavirus,
sostenendo che non è vero niente e che si tratta di una banale influenza,
insultando i virologi che se ne stanno occupando. Dietro le dichiarazioni di Sgarbi
è evidente che si nasconde un’acredine da parte di alcune frange della politica
italiana che da sempre lo sostengono e lo usano anche in questa pericolosa emergenza sanitaria.
Pur riconoscendo che in un sistema democratico
ognuno può dire la sua, anche quella che più appare inaccettabile, esistono
regole morali di convivenza civile e di rispetto verso tutti i cittadini che
vanno rispettate anche da chi si sente protetto e libero tanto da poter dire
quel che gli pare. Trovo disgustose le parole offensive usate da Sgarbi nei
confronti di chi è in prima fila per combattere la diffusione del Coronavirus,
scienziati, ricercatori, medici.
Va ricordato che questo Virus non è solo
emergenza nazionale ma di tutto il pianeta come dichiarato dall’Organizzazione mondiale
della sanità (OMS). Il che non è
poca cosa. Condivido totalmente pertanto
la lettera di Artribune a firma di Valentina Muzi alla quale riconosco il
coraggio di averla pubblicata e la posizione dei dipendenti del Mart i quali
chiedono le dimissioni del loro Presidente per indegnità a rappresentare
un’Istituzione come il Mart. Per inciso sottolineo che l’ex Direttore di questa
importante Istituzione dell’arte Moderna
e Contemporanea, forse l’unica in tutta Italia, Gianfranco Maraniello stimato
critico, non ha rinnovato più il suo
incarico dopo la nomina di Sgarbi. Lo stesso Museo vive ora tempi incerti senza
una guida appropriata e responsabile. Forse come ha già fatto in altre
occasioni intenderà lui stesso Sgarbi a fare il deus ex machina di questa
Istituzione. Chi gli ha dato tutto questo potere?
Conosco personalmente
Vittorio Sgarbi e a volte mi è anche simpatico, gli riconosco il piglio
anarchico di chi deve mettere tutto in discussione come anche gli riconosco la
sua preparazione sull’arte del passato, ma a tutto c’è un limite. Ricordo il
modo devastante con cui ha curato la biennale di Venezia, con cui ha gestito la
cultura come Assessore, con cui ha svolto incarichi importanti o è apparso
innumerevoli volte in televisione insultando e sbraitando, ma adesso è proprio troppo.
Questo troppo non è in
una pura relazione numerica che misura il troppo di tutto ma si tratta di un troppo di
niente che ha un carattere distruttivo e vergognosamente diffamatorio nei
confronti degli altri. Non solo dell’altro in quanto tale ma di tutti. E questo
non può essere accettabile in un paese civile e democratico. Certo il rispetto
delle Istituzioni non va scambiato per accondiscendenza, ma quel principio pur essendo qualcosa sul quale si può anche
derogare, lo si può anche criticare con logica
e discernimento ma non affossarlo con deliberate ingiurie.
Ecco mi sembra che il
nostro critico non sappia discernere e questo mi sembra grave in un uomo colto
come lui. Mai un politico, uno studioso, un critico, uno scrittore ha avuto la
scena pubblica, televisiva che ha avuto lui dal 1980 a oggi. Certo se l’è
conquistata ma in che modo, ingiuriando offendendo? Dovrebbe sentirsi
responsabile verso gli altri di ciò che dice. Ma non è mai stato così tranne
forse rari casi. La responsabilità vuol dire rispondere non
solo a se stessi ma anche agli altri, saper riconoscere ciò che è giusto,
essere chiamati a dare una risposta che porti pacificazione, senso morale ed equilibrio, pur nello scontro
politico.
Per tale ragione le
invettive lanciate da Sgarbi che fra l’altro è un parlamentare della nostra
Repubblica appaiono non solo ingiuriose ma alquanto prive di fondamento. In
questo suo sproloquio egli irride alle Istituzioni di cui lui stesso è parte, al Presidente della Repubblica, al governo e agli scienziati che si occupano di salute
pubblica. Ciò è inaccettabile da un punto di vista morale, privo di dignità
etica e poco onesto rispetto alla dimensione di emergenza e ai provvedimenti
che il Governo ha emanato dopo aver sentito gli specialisti. Soprattutto è la
dignità di una nazione, degli stessi cittadini che viene calpestata, quando le
parole pronunciate senza misura mettono in pericolo la salute di ognuno di noi.
Ancora una volta in
Italia su questa vicenda si creeranno tifoserie contrapposte, quelle schierate
con Sgarbi e quelle schierate con il governo, con i suoi provvedimenti a difesa
della salute pubblica e la lotta al
Coronavirus. In tutti e due i casi è sempre lui a farsi una grande pubblicità e
a uscirne vittorioso. Ed è proprio questo che non possiamo permetterci più.
Nella nostra Italia esistono migliaia di problemi, alcuni gravi e altri meno,
ma tutti importanti e determinanti per il nostro futuro. Forse fermarsi ancora
di più su questa vicenda è appunto troppo nel senso che dicevo prima, è
deviante oltre che inutile. Occorrerebbe semplicemente stendere un silenzio
pietoso e andare avanti.
Comunque Sgarbi sarà
sempre sulla scena perché siamo noi che glielo permettiamo, facendolo appunto
parlare o replicando in maniera moderata alle sue invettive. Invece bisognerebbe
rispondere con acredine e rabbia non lasciare che le sue invettive scorrano
come un veleno insidioso in tutti noi.
Questo è il rischio che corriamo. La
vacuità e la pericolosità delle sue parole che invadono la rete e che imprigionano; lo
stesso filo sottile che confonde verità e menzogna non lasciano scampo. Bisogna,
dunque, saperlo correre questo rischio e circoscriverlo, isolare con
le parole adatte un Virus ancora più pericoloso, lui stesso.
Immagini
0 Francesco Correggia,
fermo immagine da letture futuriste, performance al Museo Maon, Rende (CS)
1 Immagine di
Vittorio Sgarbi
2 Bruce Naumann, self
portrait as a fountin, 1966
3 La lotta contro il
coronavirus
4 Jules Olinski Basium Blush 1960
5 Michal Rovner, Current, 2012
6 Le ricercatrici dello Spallanzani che hanno isolato il Virus
7 Danier Richter, Buffalo soldier, 2009
8 Massimo Galli infettivologo
9 Cai Guo Qiang, gunpower on canvas, Flora Commedia, agli Uffizi di Firenze
10 Grossberg Carl Traumbild Rotor 1927
11 Francesco Correggia
si gode la solitudine
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