Una stravolgente vera radicalità
Davanti alla barbarie
della comunicazione a tutti i costi che il Covid ha sollevato sarebbe meglio tacere. Le pseudo analisi che appaiono ormai
giornalmente sui social da Facebook a Twitter e Instagram e sulle reti televisive
si sprecano rimescolando ogni cosa:
Purtroppo sono proprio i professoroni cattedratici nostrani ormai diventati
opinionisti del mercato della comunicazione che appaiono sui media e in televisione a
propinarci un minestrone soporifero di banalità, ripetizioni, presentazione di
libri sulla quarantena
Sembrano programmi di attualità, politica e cultura ma non hanno niente di quanto
dichiarato nel palinsesto. In realtà si tratta di brodaglia, pattume culturale
qui e là cosparso di qualche ciliegina e cortigianeria. Il tutto appare mascherato
da una sorta di buonismo, da una divulgazione mediocre e di regime. Fate caso
ai nomi che appaiono in questo insalatone mediatico, sono sempre gli stessi quelli del prima e del dopo Covid.
Dall’altra parte ci
sono gli esclusi che naturalmente citando il libro di Foucault Sorvegliare e punire ci mettono in guardia
dall’ideologia imperante che, nel nome del Covid, fa fuori le libertà di ognuno di noi. Che
c’entra Foucault con il suo libro
scritto intorno ad un’altra situazione? Costoro vedono dappertutto intrighi, congiure,
potentati economici che ledono i nostri diritti sociali per sottometterci e abituarci
ad essere controllati.
Seppure l’ultima
posizione appaia comprensibile da un punto di vista critico, essa è pur sempre
venata di quel culturalismo e radicalismo
borghese che la fa essere inefficace proprio da un punto di vista di
quel che vuole essere. I morti che sono usciti dagli ospedali ci sono stati per
davvero e continuano ad esserci, il Covid 19
non è certo sparito, ci si può
ancora ammalare e la scienza non ha ancora detto l’ultima parola
sull’argomento.
In entrambi i casi assistiamo a sproloqui
che hanno abbandonato l’approfondimento, i contesti di riferimento. Ogni cosa
cade su se stessa e fa abbassare la nostra capacità di discernere, analizzare,
comprendere davvero dove siamo. Anche gli scienziati sono caduti nella rete
della divulgazione di massa diventando una nuova specie di opinionisti. Sembra proprio che la ricerca della verità non
interessi più a nessuno. Le opinioni e le menzogne cavalcano le nostre vite,
mentre intanto il pianeta si ammala. Bisogna rassegnarsi ? No, occorre
distinguere, fare opera di traduzione. Coltivare il piacere dell’esclusione,
dell’isolamento. Prendere le distanze, stare a distanza, scavare un abisso,
separarsi, non comunicare, limitare i consumi e farla finita con le vendite
on-line. Smettiamola di ripetere: stiamo
insieme
nella distanza o ce la faremo.
E’ per
tale ragione che ho deciso di non rispondere alimentando il terreno della
comunicazione di regime, il fuoco delle
banalità e invece praticare il silenzio. E’ vero che esiste un linguaggio silenziosissimo
che l’esserci vuole solo trasmetterlo, non descriverlo . Esso è talmente
sommesso che non sembra essere nella lingua, somiglia piuttosto a palpebre che
si alzano nel silenzio. E’ il silenzio che appartiene alle esperienze mistiche Tuttavia l’esperienza interiore del
mistico dice la parola.
La volontà di dire
dell’estatico non è solo impotenza ; è anche forza è anche melodia. La parola
che dice non può dire l’indicibile. Dice l’altro, immagini, sogni, volti; ma
non dice l’unità. Parla, non può fare a meno di parlare perché la parola arde
dentro di lui ed è il silenzio che l’ha suscitata.
Se
facciamo un buon uso di questo silenzio e ascoltiamo ciò che i mistici ci hanno
lasciato possiamo forse sperare di
prendere coscienza di noi stessi e della realtà in cui viviamo, forse potremmo
sperare di invertire la rotta disastrosa dei cambiamenti climatici, ascoltare
il mormorio che è dentro di noi anche se non sappiamo da quale mare provenga. Forse è proprio
questa una stravolgente, sublime radicalità.
Immagini:
1 Francesco Correggia, Galleria Antonio Battaglia, 2020
2
Ritratto di William Occam, anno 1300
3
Bernardo di Chiaravalle , 1120
4
San Francesco in meditazione con teschio, Francisco de Zurbarán, 1658
5
Ritratto di Baruch Spinoza anno 1660
6
San Giuseppe da Copertino, il santo che vola, 1650
7
Suor Maria Ionela Cotoi mistica 1964
8
Ritratto di Martin Buber, 1958