Sunday, September 13, 2020

Il Recovery fund e l’arte contemporanea Si fa un gran parlare del Recovery fund. Tutti lo aspettano. Bisogna decidere quali progetti presentare al parlamento europeo e come va speso. Intano la nostra politica non sa fare di meglio che convocare gli stati generali e ripetere che bisogna sentire tutti anche le opposizioni. Quando non si hanno idee chiare sui progetti e soprattutto sulle finalità se non qualche idea che ormai viene ripetuta a più riprese come per esempio la salvaguardia dell’ambiente, il territorio, la digitalizzazione, le infrastrutture, la riforma fiscale, l’innovazione il resto è soltanto una ripetizione di ciò che questo paese è riuscito a fare e non fare in questi ultimi anni. La verità è che ciò a cui abbiamo assistito finora è uno spreco di risorse in un paese dilaniato dalla corruzione, da interessi, da potentati, da una politica incapace e rapace. Questo è sempre di più un paese non solo corrotto, ma violento, dove emerge un atteggiamento truffaldino a tutti i livelli. Il cittadino, soprattutto se è una persona debole e anziana deve sapersi proteggere altrimenti incappa in truffe, persecuzioni e quant’altro. Come si fa a fermare quest’onda anomala, questo strapotere incombente che annulla la civiltà democratica? L’esempio oggi più evidente è nel modo con cui la politica tenta di individuare le strategie per far sì che il Recovery fund sia quel che ci si aspetta, serva cioè a migliorare il paese e far ripartire un’economia sostenibile, a difendere il clima, aiutare i più deboli. Sono i media, gli apparati della comunicazione e i grandi potentati economici e culturali ad indicare la strada su come investire quelle necessarie risorse. Si, proprio gli stessi media che sono sempre di più coinvolte nel processo di disgregazione culturale, d’inefficienza, di falsità, di disinformazione e di violenza a cui assistiamo da decenni. Ci scandalizziamo per la violenza che viene esercitata sui più deboli com’è stato di recente per l’uccisione del giovane Willy, eroe contemporaneo, brutalmente massacrato da altri giovani palestrati solo perché era intervenuto a difendere un suo amico, o nel caso di ragazze stuprate sulla spiaggia, e non ci indigniamo e reagiamo quando la violenza e il bullismo circolano dappertutto e vengono esercitati con la parola e gli atteggiamenti, nei luoghi dello spettacolo televisivo, del divertimento, della mondanità. Sono proprio quei modelli che circolano nei canali d’intrattenimento televisivo, nella rete, sui social a spingere verso quella violenza che esplode all’improvviso in maniera feroce. Quali valori stiamo diffondendo e quali sono i fini del nostro vivere sociale ? Dovremmo spegnerla la televisione o almeno chiedere ai lor dirigenti di fare maggiore attenzione all’etica pubblica, all’esercizio delle virtù, alla verità e non alla menzogna, all’inganno e all’evasione dove a prevalere è sempre il più forte. Purtroppo ci vorrebbe un cambiamento culturale profondo, il quale dovrebbe partire proprie dalle scuole, dalle università, dalle Accademie. Invece proprio queste Istituzioni sono all’ultimo posto della spesa pubblica, all’ultimo posto nella graduatoria degli interventi. Così come la cultura di cui si fa un gran parlare in questo paese. Prendiamo ad esempio quanto sembra emergere da questa fantomatica commissione Cantica21 patrocinata dal Ministero degli affari esteri della cooperazione Internazionale e della Direzione generale della creatività contemporanea Mibact. Già la dizione di queste importanti Istituzioni di per sé dovrebbe generare una certa dose di perplessità. Tutti noi sappiamo quanto il Covid 19 abbia influito negativamente su tutta l’economia italiana e anche sul mondo dell’arte soprattutto dell’arte contemporanea. A questo proposito rimandiamo alle numerose lettere spedite al Ministro Franceschini sulla questione. Sembra invece che tutti gli appelli di artisti, galleristi, Associazioni di Gallerie e Gallerie private siano rimasti vani, senza alcuna risposta o per lo meno siano serviti a smuovere qualcosa. Cantica21 che sarebbe l’espressione di un Forum sorto durante il periodo pandemico e sostenuto da un importante Ministero, vorrebbe aiutare gli artisti italiani attraverso iniziative volte all’internalizzazione del loro lavoro con bandi a cui possono partecipare artisti under 35 e artisti over 35.
Gli artisti emergenti selezionati non si sa da chi ma temo dai soliti ignoti che hanno fatto parte del Forum avranno dei premi in denaro esigui circa dai 2.500 ai 5.000 euro. Il progetto dovrebbe rilanciare l’arte contemporanea. Una serie di opere inedite saranno esposte in una grande mostra diffusa negli Istituti italiani di cultura, i consolati italiani all’estero, le ambasciate. Mi sembra allucinante. Sembra una manovra pubblicitaria per far colpo. Come dire si interviene parzialmente sull’anello più debole senza guardare al contesto generale. Provvedimenti simili sono già in atto in numerosi paesi europei, ma bisognerebbe ricordare a questa favolosa commissione di esperti ministeriali che nelle altre civili nazioni esiste un sistema dell’arte contemporanea molto più equilibrato del nostro e molto più sostenuto e che la stessa bellezza ha a che fare con l’etica e la virtù e non solo con l’estetica e l’occhio. Ma questo è un altro discorso che rimando ai miei due libri pubblicati di recente: Inquietudini, Arte, politica e denaro Lanfranchi editore e Ai bordi dell’arte Naufragio, trascendenza e pandemia edizioni ZONE. Per quanto riguarda il nostro paese occorrerebbero provvedimenti e investimenti forti, capaci con il Recovery Fund non solo di far ripartire l’economia ma anche di rilanciare tutto il sistema dell’arte contemporanea per poi andare a programmare iniziative parziali come quelle che Cantica21 vorrebbe lanciare. Bisogna dare inizio a politiche di defiscalizzazione per l’acquisto di opere d’arte contemporanea, ripartire dagli artisti, dalle Gallerie, dai Musei di arte contemporanea dallo sistema scolastico, dalle Università e Accademie.
Solo se si interviene su tutto il settore in maniera razionale, responsabile e competente si può rilanciare l’arte contemporanea davvero a livello internazionale. Altrimenti di che parliamo del Cantico dei Cantici e di Dante Alighieri ? Il che va benissimo ma non può bastare per un’arte contemporanea ridotta al lumicino. Interventi di defiscalizzazione e di sostegno alle Gallerie e Musei di arte contemporanea sono stati da tempo adottati dagli Stati Uniti e dalla maggior parte dei paesi Europei e sono serviti a rilanciare il sistema economico dell’arte e anche quello del paese che ha adottato tali iniziative. Ci vuole una buona dose di consapevolezza e di cultura per comprendere ciò che abbiamo innanzi soprattutto per quanto riguarda il mondo delle immagini e della cultura visiva contemporanea. Ed è proprio ciò che manca a questo Governo e che la politica in generale e gli stessi media non riescono a fare e a comprendere. E’ giusto chiamare gli esperti quando si devono fare scelte impegnative e decisive ma bisogna vedere chi sono gli esperti, da chi vengono chiamati e secondo quale logica. In questo paese, ahimè, purtroppo sono sempre la corruzione, le clientele, gli scambi di favore a dominare e ridurre tutto in un pantano maleodorante.