A proposito del Coronavirus
Un’irrazionalità
profonda e senza ragione si è impossessata di tutti noi. Non vi è dubbio che il
contagio del coronavirus sia temibile e pericoloso ma al contempo esso ci fa
riflettere circa la reazione ondivora, cangiante e mutante che lo stesso virus ha
diffuso nel nostro paese. L’intelligenza e la capacità di discernimento
dovrebbero prevalere sull’irrazionale, sull’ondata di panico ma non è stato e non è così. Certo ciò che si mette in gioco con
l’apparire del virus è l’incapacità dei nostri media di raccontare con
discernimento quello che sta accadendo senza giungere a conclusioni affrettate
e prive di fondamento. Ma ormai si sa i
media fanno questo, fanno notizia, spettacolo, confondono, vagheggiano, a volte
fanno ombra alla verità..
Come qualcuno comincia
a dire sono gli scienziati, gli specialisti che devono dirci qualcosa, su come proteggerci, come non rimanerne
contagiati e soprattutto come uscirne. Sono loro che vanno ascoltati, seguiti,
senza peraltro abbandonare i filtri dell’intelligenza critica e della
valutazione oggettiva che ognuno di noi dovrebbe portare con sé.
Sembra invece che tutto
l’apparato di protezione civile, dei servizi sanitari, della macchina
amministrativa, delle stesse istituzioni di governo nazionale e regionale stiano
andando in frantami e che le persone reagiscano a questo contagio in maniera irragionevole. I messaggi sono contrastanti.
Si è passati da una settimana all’altra
da dichiarazioni rassicuranti del nostro
presidente del consiglio del tipo: “Non c’è pericolo per il nostro paese, siamo
pronti ad affrontare l’emergenza” a dichiarazioni diametralmente opposte: “ Il pericolo è reale, i provvedimenti devono
essere decisi, c’è la preoccupazione che il nostro sistema sanitario non riesca a far fronte
all’emergenza nazionale”.
Non solo ma le nostre
reti televisive di cui questo paese è estremamente ghiotto e schiavo fanno a gara a creare ulteriore
panico, con notizie a volte inesatte, chiamando ad intervenire sulla questione non
seri virologi professionisti ma giornalisti, opinionisti, teatranti, addirittura conduttrici di
programmi di ascolto per cui siamo costretti ad assistere alla stessa sceneggiata
rituale che ormai in questo paese si consuma con un rituale identico, osceno,
violento a scapito della verità, della moderazione, del ragionamento .
Certo la comunicazione
e la globalizzazione sono importanti per scambiare informazioni, protocolli
sperimentali, intese e provvedimenti comuni e riuscire così a limitare la diffusione del virus con
provvedimenti concertati ma al contempo
sono proprio i media globalizzati a montare in maniera del tutto innocente la
catena di panico, di paure quasi antiche come se l’epidemia possa in qualche
modo determinare una specie di catastrofe mondiale, incontrollabile.
In questo caso sembra
che siano proprio gli scienziati, coloro che combattono in prima fila, i medici
virologi che ci rasserenano dicendo la verità, almeno quella accertata su questo virus riportando scientificamente
dati e modi di difesa personale contro l’attacco del coronavirus. Certo esso
agisce in maniera subdola, con tempi differenti da nazione a nazione, da
regione a regione da persona a persona e non è facile trovare l’antidoto giusto
se non con un lavoro interminabile di ricerca e sperimentazione.
Occorre dire che qualche
falla esiste nel nostro eccezionale e
inattaccabile sistema sanitario del quale quello lombardo è al
primo posto per bontà dei servizi ospedalieri, efficacia e trattamento dalle
malattie infettive. Dobbiamo purtroppo scoprire che i ricercatori, operanti negli ospedali di malattie
infettive, sono pochi e sottopagati, lavorano a ritmi serrati, che i medici
sono insufficienti, è di questi giorni la notizia che si sta pensando di richiamare
i medici pensionati per far fronte all’emergenza, i reparti non sono
sufficienti ad accogliere tutti i possibili contagiati. Le scorte di mascherine, l’amuchina poi si sono esaurite e non si sa come reperirle e intanto cresce il
mercato nero degli stessi prodotti che improvvisamente ricompaiono venduti a
prezzi esorbitanti da personaggi inquietanti, improvvisati commercianti della paura. Come, non doveva tutto funzionare a meraviglia,
non dovevamo stare sereni?
Invece accade che:
Il panico si è diffuso
dappertutto, I supermercati sono stati presi di assalto e solo ora stanno
tornando alla normalità, I teatri, i musei, le scuole, le università, chiusi
per più di una settimana poi non si sa;
le attività sportive, ricreative e culturali sospese. Le persone chiuse
in casa, le strade vuote quasi in attesa di un’apocalisse imminente. Indubbiamente si fa bene a intervenire
drasticamente nei luoghi dove è più possibile il contagio, limitarne la
diffusione risalire ai portatori. Le decisione adottate possono, dunque, dirsi
giuste anche se non sono del tutto adeguate alla situazione. Per esempio le Istituzioni
culturali e museali, non andrebbero mai chiuse. Esse sono la storia, l’anima di
questo paese. Sarebbe bastato controllare i flussi dei visitatori e le orde del turismo serfista all’arrembaggio
dei musei ma questo andrebbe fatto anche
in periodi normali senza aspettare l’arrivo del virus. Ancora una volta in questo paese anche su
questo argomento l’irrazionalità è tanta e la cagnara televisiva monta a
dismisura.
Vale la pena ora
soffermarci sulle conseguenze che il
Corona virus e il rischio di
contaminazione portano con sé. Se ascoltassimo di più gli esperti capiremmo che
le misure intraprese potrebbero, oltre che a difenderci dal virus, consentirci
di cambiare abitudini e comportamenti erronei rispetto all’ambiente in cui
viviamo e a farci riflettere maggiormente sulla nostra posizione rispetto nel
mondo.
Le strade sono deserte
e dopo l’assalto ai supermercati sembra stia
tornando la calma. Alla follia iniziale si sta sostituendo un’apparente calma.
Il Virus ci sta forse costringendo a prenderci cura del sé , a trovare un momento di raccoglimento nelle nostre vite
inacidite dallo stress, dal rumore, dalla folla, dallo smog ? Pensare
al senso della propria vita in un momento come questo sarebbe inaspettatamente efficace, quasi prodigioso.
La paura dell’infezione e lo stesso coronavirus ci costringono a ripensare ai
nostri comportamenti , ci impongono una riflessione, un ripensare al senso
della nostra esistenza, del nostro rapporto con gli altri. Non è questo un modo
per riuscire a debellare la paura e la follia che ci intrappolano ?
Il germe che si
diffonde inopinatamente nell’aria
superando qualsiasi barriera ci
induce a pensare che
siamo esposti, vulnerabili, esseri senzienti ancora indifesi. E non è forse questo pensiero che ci rende
consapevoli e anche più forti dello stesso virus ? Il nesso fra il morbo virale e la guarigione
è indelebile ma potente. La salvezza sta ancora in noi, nel prendersi cura della
nostra interiorità, in silenzio, con
sacrificio e rinuncia, nel sapere fare a meno degli eccessi.
Bisogna quindi apprezzare
i momenti di solitudine, imparare
a pensare come se fossimo già in una gabbia o forse nella stessa caverna
platonica da cui dobbiamo liberarci. Imparare a mettersi a distanza di almeno
un metro non solo dalle persone che
potrebbero essere portatori sani del virus e quindi contagiosi ma anche dalle cose, dall’eccesso, dallo
sviluppo sfrenato. Evitare le folli e gli assembramenti e adottare norme igieniche sane come il
lavarsi le mani ogni volta che entriamo
a contatto con ambienti virtualmente contagiosi sono elementari norme di comportamento
civile. Mettersi a un metro di distanza
dalle persone che ci sono accanto, non tossire in faccia a qualcuno, non assumere
atteggiamenti fintamente sociali verso gli altri, evitare di stringere la mano
e baciarsi non è poi così difficile e grave, tanto si sta da soli anche quando
ci si abbraccia fisicamente in una stretta vicinanza e in una falsa comunanza.
Forse bisogna ripensare
alle categorie e ai modi di fare che fino ad oggi ci hanno caratterizzato,
cambiare abitudini. Insomma cambiare senza per questo cadere nella trappola
della paura e della follia. Certo la
paura è comune a tutti ma è anche vero che esistono diversi modi di avere paura
e di superarla in ogni essere umano. Che
cosa bisogna fare per trasformare l’angoscia in possibilità di rinascita ? Ridare senso al mondo anche in questa terribile
contingenza, ridare senso soprattutto alla vita, saper guardare meglio, avere
attenzione verso noi stessi e gli altri, ma anche verso le parole che diciamo e
pronunciamo, senza pensarci, senza nessun freno come se il parlare e il dire
fossero come una liberazione, un’espressione senza controllo del proprio sé,
senza una distanza, proprio come un
virus che si diffonde.
Viene da pensare che molte cose che sappiamo di
questo paese e anche di questo mondo globale non sono vere, che la questione è
ancora una volta strutturale, culturale e la ragione è esiliata, messa in
quarantena. L’esplosione della disuguaglianza , la dignità delle persone la finanza speculativa, l’ambiente, i
cambiamenti climatici non sono spariti, sono ancora lì a chiamarci in causa, siamo noi i responsabili del disastro che ci
sta attorno.
L’economia sociale, l’ambiente, l’inquinamento, sono come macigni
nell’esistenza della nostra e di tutte le altre specie. Forse infine siamo proprio noi il Virus
peggiore che circola nel pianeta distruggendo con ferocia ogni cosa e senza nessun rispetto della natura e
dell’ambiente e non il coronavirus. Basterebbe forse solo pensarci…..
Immagini:
1 Francesco Correggia versus futurismo, 2020
2 Ai Weiwei, Tate modern, 2010
3 Cai,
Guo Quiang Burning Man-Cai, 2017
4 Michele Rovner current toledo, 2015
5 Immagine
di un supermercato svuotato
6 Se alcuno vi aggiunge qualcosa….. dal libro
l’apocalisse di San Giuvanni
7 Mieke Bal dal
film Reasonable Doubt, 2016
8 El Anatsui,
Bleeding Takar , 2007
9 Neo Rauch Der Blaue, Fisch 2014
10 Kara Walker,
They might be-guilty of something 2017
11 Museo del Novecento
12 Douglas Gordon, The Making of Monster, 1996
13 Thierry De
Cordier, Grand Nada , 2017
14 Francesco
Correggia, in occasione della sua personale Try this Lens, Galleria Antonio Battaglia, 2020
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