La vicenda del Ministro
alla cultura Sangiuliano sfiora il ridicolo non solo per la cosa in sé ma per
tutto quello che ha sollevato nel nostro paese. I media se ne sono
impossessati, addirittura la Rai ha dedicato ampi spazi sul rapporto fra il
Ministro e questa arrampicatrice sociale che lo accompagnava di recente in
tutte le manifestazioni pubbliche. Intere trasmissioni sono state dedicate a
questo caso che appare sempre di più
come un romanzetto da rotocalco. Non è
mia intenzione aggiungere altro intorno a ciò che i giornali, la politica e i
media hanno sostenuto sull’argomento ma solo stigmatizzare quanto questo banale
incontro sentimentale con strascichi non solo personali ma anche politici sia
la rappresentazione di come intendiamo la cultura nel nostro bellissimo paese.
Che essa ormai sia diventata semplice spettacolarizzazione, evento pubblico che
ha bisogno di essere diffuso sui social come un qualsiasi prodotto è ormai
evidente a tutti. Ciò su cui invece dovremmo riflettere è cosa vuol dire oggi far cultura e se essa non
sia solo un saper fare ma anche un non fare, una sospensione, un atteggiamento
dell’uomo che riflette su se stesso e sul mondo che lo circonda, una spinta non
solo verso un sapere che si rinnova sempre ma come un processo di emancipazione a volte disturbante.
La cultura lavora per il
tutto. Il suo orizzonte è l’insieme di uomini,
oggetti immagini, tecnologie e parole che compongono un quadro d’insieme, ricostruzioni panoramiche che
permettano di situare in una stessa prospettiva personaggi apparentemente
lontani fra loro.
La cultura non è solo
prodotto di consumo, abbellimento esteriore, monumento, merce ma è qualcosa d’altro
che vale la pena di essere compreso, indagato, testimoniato e non solo
spettacolizzato. Intanto bisogna dire che la diffusione di un prodotto non commerciale
non è necessariamente pubblicizzazione spettacolizzata del medesimo e che la
cultura non ha bisogno di essere addomesticata,
banalizzata, ma interpretata, vissuta, sofferta.
Che un Ministro alla
cultura si dedichi semplicemente ad onorare con la sua presenza le fiere, i
monumenti le scoperte archeologiche insieme ad una consigliera di grande
fascino che riverbera della sua presenza ogni cosa che la circonda compreso il
ministro stesso mi sembra veramente non solo semplicistico e banale ma quasi
offensivo rispetto agli scrittori, i
teorici, gli studiosi i pensatori che in questo paese, in silenzio fanno fatica
ad avere una loro visibilità o addirittura a pensare tanto da mendicare una loro presenza sui
canali televisivi, nei talk show per poter esprimere un pensiero. La cultura
non è mai evasione o dimensione speculare alla politica, ma approfondimento,
rigore, analisi critica a volte indisciplinata di ciò che oggi appare sempre di
più come un regime scopico. Un regime
cioè che è fatto di immagini, sguardi e
dispositivi e non più di saperi condivisi. Che questa destra si alimenti di una
politica culturale di basso profilo appare evidente ed è altrettanto
riconoscibile che essa possa trasformarsi in un regime. Il comportamento del
Ministro non solo è fastidioso per una destra che vorrebbe rappresentare,
valori, principi, tradizioni nei quali riconoscersi ma è oltremodo offensivo
rispetto all’etica pubblica di questo paese. In questo senso dovremmo pretendere dalla politica
una qualche responsabilità che in questo paese ormai è merce rara. Occorrerebbe,
dunque, che chi governa chieda scusa a tutti gli italiani per la mancanza di
etica, di saggezza politica, di comportamento civile da parte di molti Ministri e non solo di Sangiuliano.
Che ci si innamori o ci
s’invaghisca di una giovane donna, imprenditrice e bella è normale e in linea con il costume degli
italiani ma che venga usato il proprio potere politico per avere un certo
successo e ottenere un qualche vantaggio sentimentale mi pare fuori da una concezione etica e civile non solo della politica ma dell’intera società.
Che eros abbia lanciato i suoi dardi amorosi è altrettanto condivisibile. Certo
la consigliera è stata un’ospite ed è stato il Ministro in persona a pagare i
suoi viaggi, cene e quant’altro e non il Ministero alla cultura ma ciò non lo
solleva dalla responsabilità civile oltre che politica dell’uso che il medesimo
ha fatto del suo potere, della fascinazione politica e della sua funzione pubblica.
Che cosa dovremmo dirci
che i politici sono attraenti perché sono al potere o che per essere riconosciuti
e scalare la gerarchia sociale occorre sedurre, apparire, mostrarsi sempre
sorridenti con i denti bianchi a vista? Occorrerebbe umiltà e senso del dovere
e molte volte bisognerebbe fare silenzio piuttosto che apparire sui media e i
social per far sentire la propria voce, e continuare a dire io ci sono.
Brava Dott.ssa Maria Rosaria Boccia sei
riuscita a far breccia e a far parlare di te tutta l’Italia e non solo. Caro
Ministro Sangiuliano, se avessi un minimo di dignità ed etica pubblica dovresti
dimetterti invece di piangere lacrime di coccodrillo sulla televisione
pubblica. Ora facciamo silenzio e cerchiamo di comprendere cosa voglia dire
cultura e su come farla !
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