Friday, September 6, 2024

Sangiuliano - Boccia e la cultura

 




La vicenda del Ministro alla cultura Sangiuliano sfiora il ridicolo non solo per la cosa in sé ma per tutto quello che ha sollevato nel nostro paese. I media se ne sono impossessati, addirittura la Rai ha dedicato ampi spazi sul rapporto fra il Ministro e questa arrampicatrice sociale che lo accompagnava di recente in tutte le manifestazioni pubbliche. Intere trasmissioni sono state dedicate a questo caso   che appare sempre di più come un romanzetto da rotocalco.  Non è mia intenzione aggiungere altro intorno a ciò che i giornali, la politica e i media hanno sostenuto sull’argomento ma solo stigmatizzare quanto questo banale incontro sentimentale con strascichi non solo personali ma anche politici sia la rappresentazione di come intendiamo la cultura nel nostro bellissimo paese. Che essa ormai sia diventata semplice spettacolarizzazione, evento pubblico che ha bisogno di essere diffuso sui social come un qualsiasi prodotto è ormai evidente a tutti. Ciò su cui invece dovremmo riflettere è  cosa vuol dire oggi far cultura e se essa non sia solo un saper fare ma anche un non fare, una sospensione, un atteggiamento dell’uomo che riflette su se stesso e sul mondo che lo circonda, una spinta non solo verso un sapere che si rinnova sempre  ma come un  processo di emancipazione a volte disturbante. La cultura lavora per il tuttoIl suo orizzonte è l’insieme di uomini, oggetti immagini, tecnologie e parole che compongono un quadro d’insieme, ricostruzioni panoramiche che permettano di situare in una stessa prospettiva personaggi apparentemente lontani fra loro.

 


La cultura non è solo prodotto di consumo, abbellimento esteriore, monumento, merce ma è qualcosa d’altro che vale la pena di essere compreso, indagato, testimoniato e non solo spettacolizzato. Intanto bisogna dire che la diffusione di un prodotto non commerciale non è necessariamente pubblicizzazione spettacolizzata del medesimo e che la cultura non ha bisogno di essere  addomesticata, banalizzata, ma interpretata, vissuta, sofferta.

 


Che un Ministro alla cultura si dedichi semplicemente ad onorare con la sua presenza le fiere, i monumenti le scoperte archeologiche insieme ad una consigliera di grande fascino che riverbera della sua presenza ogni cosa che la circonda compreso il ministro stesso mi sembra veramente non solo semplicistico e banale ma quasi offensivo rispetto  agli scrittori, i teorici, gli studiosi i pensatori che in questo paese, in silenzio fanno fatica ad avere una loro visibilità o addirittura a pensare  tanto da mendicare una loro presenza sui canali televisivi, nei talk show per poter esprimere un pensiero. La cultura non è mai evasione o dimensione speculare alla politica, ma approfondimento, rigore, analisi critica a volte indisciplinata di ciò che oggi appare sempre di più come un regime scopico.   Un regime cioè che è fatto  di immagini, sguardi e dispositivi e non più di saperi condivisi. Che questa destra si alimenti di una politica culturale di basso profilo appare evidente ed è altrettanto riconoscibile che essa possa trasformarsi in un regime. Il comportamento del Ministro non solo è fastidioso per una destra che vorrebbe rappresentare, valori, principi, tradizioni nei quali riconoscersi ma è oltremodo offensivo rispetto all’etica pubblica di questo paese. In questo senso dovremmo pretendere dalla politica una qualche responsabilità che in questo paese ormai è merce rara. Occorrerebbe, dunque, che chi governa chieda scusa a tutti gli italiani per la mancanza di etica, di saggezza politica, di comportamento civile  da parte di molti Ministri e non solo di  Sangiuliano.

 


Che ci si innamori o ci s’invaghisca di una giovane donna, imprenditrice e bella  è normale e in linea con il costume degli italiani ma che venga usato il proprio potere politico per avere un certo successo e ottenere un qualche vantaggio sentimentale mi pare  fuori da una concezione etica e civile  non solo della politica ma dell’intera società. Che eros abbia lanciato i suoi dardi amorosi è altrettanto condivisibile. Certo la consigliera è stata un’ospite ed è stato il Ministro in persona a pagare i suoi viaggi, cene e quant’altro e non il Ministero alla cultura ma ciò non lo solleva dalla responsabilità civile oltre che politica dell’uso che il medesimo ha fatto del suo potere, della fascinazione politica  e della sua funzione pubblica.

 


Che cosa dovremmo dirci che i politici sono attraenti perché sono al potere o che per essere riconosciuti e scalare la gerarchia sociale occorre sedurre, apparire, mostrarsi sempre sorridenti con i denti bianchi a vista? Occorrerebbe umiltà e senso del dovere e molte volte bisognerebbe fare silenzio piuttosto che apparire sui media e i social per far sentire la propria voce, e continuare a dire io ci sono. 

      


 Brava Dott.ssa Maria Rosaria Boccia sei riuscita a far breccia e a far parlare di te tutta l’Italia e non solo. Caro Ministro Sangiuliano, se avessi un minimo di dignità ed etica pubblica dovresti dimetterti invece di piangere lacrime di coccodrillo sulla televisione pubblica. Ora facciamo silenzio e cerchiamo di comprendere cosa voglia dire cultura e su come farla !