Thursday, November 23, 2023
considerazioni sull'arte contemporanea
Bisognerebbe avvicinarsi all’opera dell’artista con discrezione, con pazienza e umiltà e non come si fa ora cercandone le quotazioni sul mercatino delle aste o affidandosi alla simpatia dell’artista. Tale riflessione sull’opera chiama in gioco anche quel che vuol dire un’opera d’arte e quando questa essenzialmente si manifesta. Sono domande un po’ lontane dal modo di procedere e di pensare nei nostri giorni.
Sia l’artista sia il collezionista non guardano più all’opera ma al suo status, alla sua resa economica. Ciò ha involgarito lo stesso sistema dell’arte posto che ne esista uno. Da parte del collezionista occorrerebbe mettersi alla ricerca dell’artista non guardare gli opuscoletti ma scavando nella sua vita, incontrandolo, parlandoci, visitare il suo studio e occorre farlo con estrema cautela.
L’opera sfugge sempre ad un’interpretazione univoca ed esaustiva, Essa si manifesta come problema, come possibilità aperta che richiede uno sforzo, uno sguardo attento e soprattutto una capacità interiore di comprenderla là dove essa sembra rifugiarsi. Gli artisti da parte loro dovrebbero dedicarsi all’opera che non è solo da esporre in galleria ma deve essere pazientemente sorvegliata, accudita, alimentata dal gesto pubblico dell’artista e dal suo rifiuto ad essere consenziente alla violenza e al narcisismo.
È lui che all’inizio deve sottrarla al suo inevitabile processo di banalizzazione, il che significa esercitare la virtù. Quel che si chiama opera d’arte si manifesterà, quando appunto essa è autentica, da sola senza bisogno di essere pubblicizzata.
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