Saturday, September 7, 2019








La nascita del nuovo governo e il linguaggio.

Riprendiamo il Blog con qualche considerazione sugli ultimi svolgimenti della politica nel nostro paese. Siamo sempre chiamati ad una responsabilità  etica soprattutto quando sfere come l’arte, la scienza, la morale, la politica appaiono separate e  irrigidite  quali culture di esperti per ricollegarle senza colpire la razionalità che è loro propria,  al mondo della vita, alla prassi  comunicativa quotidiana. Così ci accingiamo a prenderci questa responsabilità di riconnettere il Mondo dell’arte a dimensioni contingenti come l’attuale situazione politica, la nascita di un nuovo governo, il linguaggio pubblico.

 
 
Il governo appena varato è l’espressione tipica delle contraddizioni e degli umori del nostro paese.  Un accordo fra il Movimento  5 stelle e il PD non era prevedibile fino a qualche settimana fa nonostante ci fossero tutte le ragioni per un dialogo.  I mezzi di comunicazione televisiva con i suoi opinionisti hanno fatto a gara per  mostrare le incongruenze del possibile accordo senza tener conto degli sforzi per superarle. La tendenza è stata quella di presentare come impossibile  il tentativo di mettere insieme,  dopo la crisi aperta da Matteo Salvini,  due forze politiche che si mostravano opposte.


 


 La piazza pubblica si è mostrata sensibile ai proclami estivi del Leader  della lega che miravano a sfiduciare proprio quel governo che essa aveva sostenuto e andare subito alle elezioni. Il clima improvvisamente è diventato feroce. Staccare la spina al governo sembrava essere fondamentale per andare a votare.   Il risultato è stato il discorso alla camera del Premier  Conte che ha parlamentarizzato la sfiducia,  rintuzzato gli attacchi e rimesso il mandato al Presidente della Repubblica. Bene ha fatto Conte in un discorso che non lasciava dubbi sulle vere ragioni strumentali della sfiducia al suo governo. Il Presidente della Repubblica ha dettato i tempi della  crisi e ha chiesto ai partiti se vi fosse una soluzione politica e parlamentare diversa con un programma comune, come previsto dalla costituzione. Due  entità politiche distinte e differenti hanno cercato un dialogo e un confronto che prima non era stato possibile. Entrambi gli schieramenti per la prima volta si sono parlati e hanno cominciato a incontrarsi e a ragionare sui programmi, scoprendo infine che i medesimi  non erano distanti anni luce. 

 

Abbiamo dunque assistito agli schiamazzi,  alle ire e intemperie di chi non poteva accettare mediazioni e ripensamenti. E’ stato detto: si  deve andare subito alle elezioni senza alcuna verifica di altre possibilità, come se solo le elezioni fossero la panacea dei mali di questo paese. Mentre nei media  si insisteva per mostrare le distanze, le linee politiche opposte, ricordare i contrasti e l’odio  i due schieramenti erano  alla ricerca di un’intesa sui programmi. Certo che c’era una distanza non poteva che essere così:  5 stelle nasceva come un movimento rigeneratore nuovo e di critica nel panorama della politica italiana,  ciò poteva rappresentare per il PD una minaccia, una  diminutio del suo giovane elettorato, ma non è che non si sia  cercato un qualche contatto, si ricordi il tentativo di Bersani.  Non c’erano le condizioni e i tempi erano diversi. Ora le cose sono cambiate e appunto si è scoperto che le visioni del mondo delle due forze politiche  non sono così distanti .

 

Il leader della lega con i suoi interventi non da gentiluomo si è arroventato l’anima, sperticandosi ancora una volta in insulti, inesattezze, ferocia e falsità. Non si vuole andare a votare perché i due schieramenti stanno insieme solo per opportunità, per paura di perdere. E ancora continuano a dire Lega e Fratelli d’Italia che le  due forze politiche che fino a qualche settimana fa si odiavano ora si mettono insieme solo per dividersi le poltrone, è un inciucio,   che ne è della coerenza delle idee, prima o poi finiranno per scontrarsi?

 


 Non intendo qui ragionare sulla morale  di tali  atteggiamenti   ma solo tentare  di evidenziarne l’insensatezza e l’infondatezza.  E’ un diritto costituzionale sedersi intorno a un tavole e cercare un accordo di maggioranza da sottoporre al Presidente della Repubblica prima di sciogliere il parlamento e andare a votare. Abbiamo, invece, assistito questa estate dalle spiagge più rinomate a un modo di fare politica rivoltante, un modo di parlare in diretta volgare che continua ancora adesso.

 

Si continua a seminare in questo paese odio, l’incomprensione verso l’altro, il diverso, l’immigrato con un linguaggio offensivo che  ormai domina i social network fino ad arrivare alle pie anime dei cittadini italiani che ormai appaiono indifesi se non complici del male. Si insinua che questo  governo nasce contro la volontà del popolo, contro gli italiani quando è il contrario: è per salvare il nostro paese dalla catastrofe, dalle sfide economiche ed ambientali che si  cerca un accordo, che ci si mette insieme, pur nelle differenze. E' per salvare ciò che c’è ancora  di buono nella nostra società e non per interessi personali e di parte che si cerca di riscostruire, un tessuto culturale devastato dalla menzogna.   

 

In democrazia si possono cambiare opinioni e perfino giudizi quando non ci sono più le condizioni per mantenersi dentro lo stesso orizzonte politico di discorso e di visione del Mondo, quando si comprendono gli errori di una scelta sbagliata.  Ridurre al solo aspetto strumentale l’ambito delle questioni che si possono decidere in base a ragioni e a discorsi razionali  può rivelarsi dannoso per l’etica pubblica.  La democrazia italiana non a caso è una democrazia parlamentare proprio per evitare il concentrarsi di azioni distorte e populiste, di forzature pericolose per il bene del paese. Non è che bisogna andare a votare ogni anno solo perché qualcuno lo reclama perché si  sente  vincitore. Le elezioni politiche poi  sono cosa ben diversa da quelle europee. Chi invece continua a distillare odio con un costante assedio mediatico, invece che riflettere sulle degenerazioni che tale atteggiamento può comportare  è totalmente irresponsabile.

 

Intanto non mi è sembrato che i  programmi del   Movimento 5 stelle e PD siano così distanti fra loro come si voleva  fare credere. In politica mettere su un’alleanza di governo  è anche il frutto di una visione del Mondo, di ambiti di discorsi comuni. Non ci si può appiattire a una logica contrattistica per cui ognuna delle colazioni agisce da sola, mettendosi d’accordo su singoli punti, senza un impianto generale programmatico  com’è accaduto con la coalizione giallo verde, rispetto a quella giallo rossa, così come viene chiamata  dai media la nuova colazione. 


 

Qui anche i colori hanno una loro parte per rimandare a qualcosa d’altro, a una speranza o a un pericolo, basti pensare a Fusaro che in uno di questi penosi programmi televisivi di confronto politico l’ha chiamata  giallo fucsia invece di giallo rossa per dire che di rosso non ha nulla e  sminuirne così la  portata simbolica. Povero Fusaro, per vendere i suoi libri ora deve apparire in televisione a confondere le idee e  utilizzare la filosofia come palcoscenico. 


 
  
C’è poi  la questione del linguaggio e dell’eleganza formale che non sono estranei ai comportamenti della gran parte dei cittadini. Questo paese negli ultimi anni si è abbandonato al turpiloquio. Esso dilaga dappertutto ed è diventato pesante per il tasso  di offensività e di violenza che veicola contro chiunque sia diverso da noi. Ne abbiamo ogni giorno le prove, dalle liti fra le pareti domestiche ad  alcuni programmi televisivi, dagli atteggiamenti e gli insulti che circolano nel parlamento della nostra Repubblica   sino ai cori razzisti nello stadio. Forse ci si è fatta l’abitudine e non ci si scandalizza più. Io continuo a stare male e a non farci l’abitudine.


 

 Un paese migliore e democratico è attento alle libertà degli altri,  è quel pase che sa riconoscere l’altro anche nella diversità, che ama  la propria patria per l’eleganza formale del linguaggio, per gli atti linguistici, per la tolleranza e disponibilità e non per la volgarità dei costumi. Ciò di cui abbiamo bisogno non è lo sberleffo e l’ingiuria verso il nostro avversario politico,  ma del gesto responsabile che sa rinunciare al protagonismo, del dialogo ragionevole, della comprensione e reciprocità.

 

Se il linguaggio è proprio ciò che distingue l’uomo dall’animale ne deriva che l’essere umano è coscienza d’essere, significa prendere a cuore la sua essenza, il suo essere persona prima ancora che origine. Persona vuol dire amare, voler bene, significa donare l’essenza.  E’ a partire da questo voler bene che l’essere può il pensiero. Il pensiero dell’essere è un dono. L’essere si dona all’altro come linguaggio, come parola di verità. Come casa dell’essere è il linguaggio che prende in consegna la storia dell’umano pensare.

 

Per la prima volta poi  con questo accordo vediamo entrare nel vocabolario politico e in un programma di governo parole che richiamano azioni concrete  come  ambiente, la sua tutela, la sostenibilità ambientale insieme all’impegno sulla scuola e l’università, il superamento delle distanze sociali, la lotta alla povertà, io aggiungerei anche alla volgarità. Non è poco viste le sfide  che ci attendono  nel  futuro rispetto al cambiamento climatico, alla distruzione di intere foreste tropicali, alla sparizione di specie animali. 

 

C’è  ancora  una dimensione estetica di cui si deve tener conto anche nei comportamenti, nel modo di apparire, di dire, di mostrarsi. Questa dimensione estetica investe direttamente la sfera  pubblica, e politica a  cominciare di chi ci rappresenta  in parlamento.  Il rispetto degli altri e ,l’etica pubblica passano anche per le politiche del territorio per l’organizzazione museale, per la ricerca, per la cultura visuale, per gli studi sull’immagine, per il sostegno all’arte contemporanea, che non può essere sempre vista come occasione per favorire il devastante turismo da selfie. Su questi argomenti abbiamo già scritto e vi ritorneremo ancora. 


 

Mi auguro che questo governo possa raccogliere le nuove sfide che si aprono, con eleganza, con il giusto linguaggio, con sensibilità, umanità e sostenibilità.        

Immagini:
1 – Francesco Correggia Fermo immagine dalla performance:  Ben tornato Marx 2009
2 -  Enrico De Nicola, firma la costituzione italiana, 1947
3-   Giuseppe Conte risponde alle camere e si dimette, 20 Agosto 1019
4 -  Matteo Salvini al Papeete beach Agosto, 2019
5 -  Lorenzo Lotto, ritratto di Gentiluomo, 1530
6 – Oleg Kulik , performance, 2002  
7 - Jurgen Habermas in the Vision of a Post-Secular Europe, 2012
8 – Riunione di capigruppo,  movimento 5 stelle e PD
9 - Cecil_Beaton , Photograph,  Tyneside Shipyards 1943
10 Marcel Duchamp , Belle Eleine,  eau de voilette, 
11 Zingaretti e Conte si stringono la mano
12 Diego Fusaro
13 Irina Karina,  Performanc di  Irina Korina,  2014
14  Greta Thunberg, sciopero per il clima  Svezia
15 Erwin Blumenfeld, Parigi,  1939
16  Visitatori che guardano un quadro di Correggia, in occasione della mostra sul novecento, Palazzo  delle stelline , Milano, 2018

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