
La nascita del nuovo
governo e il linguaggio.
Riprendiamo il Blog con
qualche considerazione sugli ultimi svolgimenti della politica nel nostro
paese. Siamo sempre chiamati ad una responsabilità etica soprattutto quando sfere come l’arte,
la scienza, la morale, la politica appaiono separate e irrigidite
quali culture di esperti per ricollegarle senza colpire la razionalità
che è loro propria, al mondo della vita,
alla prassi comunicativa quotidiana.
Così ci accingiamo a prenderci questa responsabilità di riconnettere il Mondo
dell’arte a dimensioni contingenti come l’attuale situazione politica, la
nascita di un nuovo governo, il linguaggio pubblico.
Il governo appena
varato è l’espressione tipica delle contraddizioni e degli umori del nostro
paese. Un accordo fra il Movimento 5 stelle e il PD non era prevedibile fino a
qualche settimana fa nonostante ci fossero tutte le ragioni per un dialogo. I mezzi di comunicazione televisiva con i suoi
opinionisti hanno fatto a gara per mostrare
le incongruenze del possibile accordo senza tener conto degli sforzi per
superarle. La tendenza è stata quella di presentare come impossibile il tentativo di mettere insieme, dopo la crisi aperta da Matteo Salvini, due forze politiche che si mostravano opposte.
La piazza pubblica si è mostrata sensibile ai proclami
estivi del Leader della lega che
miravano a sfiduciare proprio quel governo che essa aveva sostenuto e andare
subito alle elezioni. Il clima improvvisamente è diventato feroce. Staccare la
spina al governo sembrava essere fondamentale per andare a votare. Il risultato è stato il discorso alla camera
del Premier Conte che ha
parlamentarizzato la sfiducia, rintuzzato gli attacchi e rimesso il mandato
al Presidente della Repubblica. Bene ha fatto Conte in un discorso che non
lasciava dubbi sulle vere ragioni strumentali della sfiducia al suo governo. Il
Presidente della Repubblica ha dettato i tempi della crisi e ha chiesto ai partiti se vi fosse una
soluzione politica e parlamentare diversa con un programma comune, come
previsto dalla costituzione. Due entità politiche
distinte e differenti hanno cercato un dialogo e un confronto che prima non era
stato possibile. Entrambi gli schieramenti per la prima volta si sono parlati e
hanno cominciato a incontrarsi e a ragionare sui programmi, scoprendo infine
che i medesimi non erano distanti anni luce.
Abbiamo dunque
assistito agli schiamazzi, alle ire e
intemperie di chi non poteva accettare mediazioni e ripensamenti. E’ stato
detto: si deve andare subito alle
elezioni senza alcuna verifica di altre possibilità, come se solo le elezioni fossero
la panacea dei mali di questo paese. Mentre nei media si insisteva per mostrare le distanze, le
linee politiche opposte, ricordare i contrasti e l’odio i due schieramenti erano alla ricerca di un’intesa sui programmi. Certo
che c’era una distanza non poteva che essere così: 5 stelle nasceva come un movimento
rigeneratore nuovo e di critica nel panorama della politica italiana, ciò poteva rappresentare per il PD una minaccia,
una diminutio del suo giovane elettorato,
ma non è che non si sia cercato un
qualche contatto, si ricordi il tentativo di Bersani. Non c’erano le condizioni e i tempi erano
diversi. Ora le cose sono cambiate e appunto si è scoperto che le visioni del
mondo delle due forze politiche non sono
così distanti .
Il leader della lega con i suoi
interventi non da gentiluomo si è arroventato l’anima, sperticandosi ancora una volta in insulti,
inesattezze, ferocia e falsità. Non si vuole andare a votare perché i due
schieramenti stanno insieme solo per opportunità, per paura di perdere. E
ancora continuano a dire Lega e Fratelli d’Italia che le due forze politiche che fino a qualche
settimana fa si odiavano ora si mettono insieme solo per dividersi le poltrone,
è un inciucio, che ne è della coerenza delle idee, prima o
poi finiranno per scontrarsi?
Non intendo qui
ragionare sulla morale di tali atteggiamenti ma solo tentare di evidenziarne l’insensatezza e
l’infondatezza. E’ un diritto
costituzionale sedersi intorno a un tavole e cercare un accordo di maggioranza
da sottoporre al Presidente della Repubblica prima di sciogliere il parlamento
e andare a votare. Abbiamo, invece, assistito questa estate dalle spiagge più
rinomate a un modo di fare politica rivoltante, un modo di parlare in diretta
volgare che continua ancora adesso.
Si continua a seminare
in questo paese odio, l’incomprensione verso l’altro, il diverso, l’immigrato con
un linguaggio offensivo che ormai domina
i social network fino ad arrivare alle pie anime dei cittadini italiani che
ormai appaiono indifesi se non complici del male. Si insinua che questo governo nasce contro la volontà del popolo,
contro gli italiani quando è il contrario: è per salvare il nostro paese dalla
catastrofe, dalle sfide economiche ed ambientali che si cerca un accordo, che ci si mette insieme,
pur nelle differenze. E' per salvare ciò che c’è ancora di buono nella nostra società e non per
interessi personali e di parte che si cerca di riscostruire, un tessuto
culturale devastato dalla menzogna.
In democrazia si possono
cambiare opinioni e perfino giudizi quando non ci sono più le condizioni per
mantenersi dentro lo stesso orizzonte politico di discorso e di visione del
Mondo, quando si comprendono gli errori di una scelta sbagliata. Ridurre al solo aspetto strumentale l’ambito
delle questioni che si possono decidere in base a ragioni e a discorsi
razionali può rivelarsi dannoso per
l’etica pubblica. La democrazia italiana
non a caso è una democrazia parlamentare proprio per evitare il concentrarsi di
azioni distorte e populiste, di forzature pericolose per il bene del paese. Non
è che bisogna andare a votare ogni anno solo perché qualcuno lo reclama perché
si sente vincitore. Le elezioni politiche poi sono cosa ben diversa da quelle europee. Chi invece
continua a distillare odio con un costante assedio mediatico, invece che riflettere
sulle degenerazioni che tale atteggiamento può comportare è totalmente irresponsabile.
Intanto non mi è sembrato
che i programmi del Movimento
5 stelle e PD siano così distanti fra loro come si voleva fare credere. In politica mettere su un’alleanza
di governo è anche il frutto di una
visione del Mondo, di ambiti di discorsi comuni. Non ci si può appiattire a una
logica contrattistica per cui ognuna delle colazioni agisce da sola, mettendosi
d’accordo su singoli punti, senza un impianto generale programmatico com’è accaduto con la coalizione giallo verde,
rispetto a quella giallo rossa, così come viene chiamata dai media la nuova colazione.
Qui anche i colori
hanno una loro parte per rimandare a qualcosa d’altro, a una speranza o a un
pericolo, basti pensare a Fusaro che in uno di questi penosi programmi
televisivi di confronto politico l’ha chiamata
giallo fucsia invece di giallo rossa per dire che di rosso non ha nulla
e sminuirne così la portata simbolica. Povero Fusaro, per vendere
i suoi libri ora deve apparire in televisione a confondere le idee e utilizzare la filosofia come
palcoscenico.
C’è poi la questione del linguaggio e dell’eleganza
formale che non sono estranei ai comportamenti della gran parte dei cittadini.
Questo paese negli ultimi anni si è abbandonato al turpiloquio. Esso dilaga dappertutto
ed è diventato pesante per il tasso di
offensività e di violenza che veicola contro chiunque sia diverso da noi. Ne
abbiamo ogni giorno le prove, dalle liti fra le pareti domestiche ad alcuni programmi televisivi, dagli atteggiamenti
e gli insulti che circolano nel parlamento della nostra Repubblica sino
ai cori razzisti nello stadio. Forse ci si è fatta l’abitudine e non ci si
scandalizza più. Io continuo a stare male e a non farci l’abitudine.
Un paese migliore e democratico è attento alle
libertà degli altri, è quel pase che sa
riconoscere l’altro anche nella diversità, che ama la propria patria per l’eleganza formale del
linguaggio, per gli atti linguistici, per la tolleranza e disponibilità e non
per la volgarità dei costumi. Ciò di cui abbiamo bisogno non è lo sberleffo e
l’ingiuria verso il nostro avversario politico, ma del gesto responsabile che sa rinunciare al
protagonismo, del dialogo ragionevole, della comprensione e reciprocità.
Se il
linguaggio è proprio ciò che distingue l’uomo dall’animale ne deriva che
l’essere umano è coscienza d’essere, significa prendere a cuore la sua essenza,
il suo essere persona prima ancora che origine. Persona vuol dire amare, voler
bene, significa donare l’essenza. E’ a
partire da questo voler bene che l’essere può il pensiero. Il pensiero
dell’essere è un dono. L’essere si dona all’altro come linguaggio, come parola
di verità. Come casa dell’essere è il linguaggio che prende in consegna la
storia dell’umano pensare.
Per la prima volta poi con questo accordo vediamo entrare nel
vocabolario politico e in un programma di governo parole che richiamano azioni
concrete come ambiente, la sua tutela, la sostenibilità
ambientale insieme all’impegno sulla scuola e l’università, il superamento
delle distanze sociali, la lotta alla povertà, io aggiungerei anche alla
volgarità. Non è poco viste le sfide che
ci attendono nel futuro rispetto al cambiamento climatico,
alla distruzione di intere foreste tropicali, alla sparizione di specie
animali.
C’è ancora
una dimensione estetica di cui si deve tener conto anche nei
comportamenti, nel modo di apparire, di dire, di mostrarsi. Questa dimensione
estetica investe direttamente la sfera
pubblica, e politica a cominciare
di chi ci rappresenta in
parlamento. Il rispetto degli altri e
,l’etica pubblica passano anche per le politiche del territorio per
l’organizzazione museale, per la ricerca, per la cultura visuale, per gli studi
sull’immagine, per il sostegno all’arte contemporanea, che non può essere
sempre vista come occasione per favorire il devastante turismo da selfie. Su
questi argomenti abbiamo già scritto e vi ritorneremo ancora.
Mi auguro che questo
governo possa raccogliere le nuove sfide che si aprono, con eleganza, con il
giusto linguaggio, con sensibilità, umanità e sostenibilità.
Immagini:
1 – Francesco
Correggia Fermo immagine dalla performance:
Ben tornato Marx 2009
2 - Enrico De Nicola, firma la costituzione
italiana, 1947
3- Giuseppe Conte risponde alle camere e si
dimette, 20 Agosto 1019
4 - Matteo Salvini al Papeete beach Agosto, 2019
5 - Lorenzo Lotto, ritratto di Gentiluomo, 1530
6 – Oleg Kulik , performance, 2002
7 - Jurgen Habermas in the Vision of a Post-Secular
Europe, 2012
8 – Riunione di
capigruppo, movimento 5 stelle e PD
9 - Cecil_Beaton , Photograph, Tyneside Shipyards 1943
10 Marcel
Duchamp , Belle Eleine, eau de
voilette,
11 Zingaretti e
Conte si stringono la mano
12 Diego Fusaro
13 Irina
Karina, Performanc di Irina Korina, 2014
14 Greta Thunberg, sciopero per il clima Svezia
15 Erwin Blumenfeld,
Parigi, 1939
16 Visitatori che guardano un quadro di
Correggia, in occasione della mostra sul novecento, Palazzo delle stelline , Milano, 2018
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