Che
cosa possiamo dire a proposito dell’amore.
Lorenzo Lotto, Venere e cupido 1540
Che cosa possiamo dire
dell’amore, della sua energia, della sua capacità di farci vivere, del suo
compimento? Si vive per amore sembra esser questo il motto di oggi. Di quale
amore stiamo parlando? Di quello verso Dio, del corpo assente, del corpo
desiderato, dell’altro, dell’immagine? In tutti i casi l’amore sembra
confliggere con la ragione. Parliamo dell’amore riferendoci a quella forza che ci fa sragionare che impegna senza
riserve tutto il nostro essere, che ci
porta verso l’oggetto del nostro
desiderio, ci spinge ad aspettare
mentre l’altro non aspetta mai. Che cosa vuol dire amare un viso, un corpo o un’immagine di corpo, aspettando che l’altro o l’altra ci ricambi ?
L’amore s’incunea
dentro di noi all’improvviso e ci fa deviare, ci costringe a pensare e ad agire
in maniera diversa, ci cinge di desiderio e ci fa essere solo per l’altro, per
quella persona, per quello sguardo, per quell’attesa. L’altro che desideriamo e
che pensiamo di amare ci fa soffrire, ci getta nella disperazione. La sensazione
che si prova quando l’essere che amiamo non ricambia è quella di una vera e
propria catastrofe. Siamo sbalorditi, la disperazione s’impossessa di noi. Le
cose che sapevamo di potere fare ora non le sappiamo più fare. Borbottiamo,
inciampiamo, zoppichiamo, arrossiamo davanti all’essere amato. Ma è proprio così o ci siamo stiamo sbagliando
e l’amore al quale spesso ci riferiamo è solo un’invenzione letteraria,
cinematografica, televisiva di cui possiamo parlarne in senso narrativo e psicoanalitico e quel che ci accade pensando
di amare è solo un nostro disturbo, un
qualcosa che può essere curato ?
Liu zheng three country strippers, 2002
Parliamo dell’amore e non
possiamo fare a meno di pensare che nel momento in cui ne parliamo esso diventa
un discorso. Forse è un modo di parlare di noi agli altri o forse ancora nel
mondo amoroso non vi sono pulsioni e neanche piaceri, desideri e pelle ma solo
un’attività di parole travolgente e inconfessabile. Lo abbiamo visto di recente
in televisione con le parole di Massimo Recalcati che sul tema dell’amore ha
imbastito una commedia infinita. Recalcati nelle sue conferenze e seminari ha
sempre fatto il pieno di signore dell’alta società. Signore eleganti, belle,
sensuali e conturbanti che lo guardano, lo adorano s’invaghiscono delle sue
parole, delle sue citazioni letterarie e filosofiche, forse se ne innamorano,
colte da un raptus sensuale ed erotico.
Barbara Seiler You talkin to me, 2017
Niente da dire,
Recalcati oltre a sapere aprire all’immaginazione poetica e sensuale delle
signore è anche un bell’uomo. Parola e
immagine qui convivono bene offrendo alla platea di ricche signore un armentario
di metafore, allitterazioni, simboli, livelli narrativi piacevoli e
conturbanti. L’amore non è più trattato come una malattia ma come un sintomo di
qualcos’altro, un segno della nostra esistenza, un modo per entrare in contatto
con la vera essenza della sua natura, con il nostro inconscio, le nostre paure
e angosce. L’amore è libertà d’essere, è rivelazione.
Daria Martin from minotauro 2008
Senza le parole le
immagini sono come le nuvole. Esse sfuggono non appena ci sembra di vederle.
Così è anche per l’amore. Esso vive
dell’assenza dell’altro, della mancanza, della sottrazione. Nell’amore dei
mistici verso Dio è l’offerta del proprio corpo, la sua negazione o la sua
trasmutazione che prevale senza alcun pentimento. L’essere in Dio coincide con
la pienezza assoluta dell’amore. Non esiste altra passione della stessa
intensità. Quella che cancella ogni dubbio e che ci fa salire ai vertici della
passione è l’amore verso Dio.
Everett Millais, Ophelia, 1851
L’amore qui consiste proprio
nella preghiera, nell’osservazione rigorosa dello schema religioso. Amore come
un dono, un donarsi senza mediazioni. Esso diviene ancora più potente proprio
per non poter essere ricambiato, né con un gesto né con uno sguardo se non con
una promessa, con l’attesa, con il superamento del presente e la negazione
della carne. La parola prevale sul corpo anzi si fa sostanza del corpo. Essa è
carne dello spirito. E’ l’ascesi
mistica. L’abbandono del corpo come carne e pelle che si concede all’altro, a
quel Signore che vuole la tua completa ubbidienza. L’estasi raggiunta si
tramuta in un orgasmo, nel massimo dei piaceri come accade in Santa Teresa
d’Avila così ben rappresentata nella celebre scultura di Bernini la Transverberazione di Santa Teresa d'Avila. In quest’opera Eros e Thanatos sono tutt’uno,
sono la totalità dell’essere.
Lorenzo Bernini, l'estasi della beata Ludovica Albertoni ca 1670
Per tornare alla natura
dell’amore umano dobbiamo riferirci a un piccolo essere divino che nella
mitologia greca è Eros. Generato da Ares (dio della guerra) ed Afrodite (dea della bellezza), fratello
di Anteros, (dio
dell'amore ricambiato), Armonia, Deimos e Fobo,
egli è armato di un arco col quale scaglia le infallibili frecce agli
umani dalla cui ferita provocata nasce il mal d’amore. Sembra che appena nato, a Zeus bastò guardarlo in viso per capire che
quel piccolo sarebbe stato fonte di innumerevoli guai. Per questo motivo cercò
di convincere la madre a sopprimerlo ma Afrodite per salvarlo lo abbandonò di
nascosto in un bosco dove fu nutrito da bestie feroci. Questo è quello che
racconta il mito. Fu da solo che egli si costruì l’arco per portare lo scompiglio
nel genere umano lanciando le sue frecce, accendendo il fuoco amoroso e facendolo ardere
fino alla fine, al quasi annientamento del malcapitato o della malcapitata.
Il
fanciullo divino porta scompiglio nell’ordine precostituito, scaglia le frecce
senza curarsi di chi colpisce, il ricco e il povero, il potente e lo schiavo,
la ragazza e il delinquente, giovani e anziani. Li fa innamorare fino
all’annientamento. A volte si diverte a fare innamorare uno di loro condannandolo
a non essere corrisposto costringendolo alle cosiddette pene d’amore, fino ad uccidersi per amore, oppure
a subire violenza. Eros è rivoluzionario
o forse meglio è un rivoltoso. Non ascolta il padre, ma agisce per conto suo, protetto da Afrodite.
Scultura epoca romana
Abbiamo
sempre pensato a questo aspetto rivoltoso dell’amore al suo risvolto erotico,
sessuale che fa stare insieme persone non sempre affini, per identità, cultura,
ceto, età. In realtà non è proprio così almeno in questo tempo. Siamo in un’accelerazione
temporale in cui dire ti amo senza conoscere veramente cos’è l’amore è molto
più facile di appena cinquanta anni fa. I media e le tecnologie mediali, gli
smartphone hanno reso tutto molto più semplice. La parola “amore” circola in
rete senza alcuna conseguenza. Ci si innamora dell’altro perché l’altro è più
bello, o bella, affascinante, attraente perché è un’immagine seducente che ci
arriva dallo schermo oppure perché è semplicemente ricco sfondato o per lo meno
così ci sembra. Diciamo ti amo ad un’immagine che ci fa fantasticare. Abbiamo
perso l’uso del corpo. Tutto il resto
sono fandonie adatte a un pubblico credulone e incapace di un vero rapporto con
la realtà delle cose e dei corpi.
Sophy Rickett Vauxhall Bridge 1995
L’amore
a cui ci si riferisce nella pubblicità, in televisione, nelle farse
televisive è solo mito, menzogna,
letteratura. Anche coloro che stanno
insieme da molto e di cui sono pieni i programmi televisivi si amano per
abitudine, per convenzione, per stanchezza, per non stare soli. Non si è
comunque innamorati veramente ma solo del lato convenzionale dello stare
insieme, nel fare l’amore ogni settimana con lo scadenzario, nel fare la spesa
insieme, nel tradire. Si tradisce non per trasgredire o per una passione
amorosa ma per fare sesso, per rompere
una consuetudine per poi tornare
indietro al nostro ovile, alle sicurezze giornaliere. Tutto secondo schemi ben collaudati. Niente di
esaltante, di glorioso, di mistico, di veramente erotico. Si fa l’amore per
abitudine, per convenienza. L’amore sessuale l’abbiamo confinato nella pornografia
che forse è l’unico momento rivoluzionario di ciò che chiamiamo amore. La
pornografia non è solo qualcosa che circola nei circuiti pornografici attraverso
i dvd o in internet ma è qui davanti a noi.
Jacques Antoine Vallin tre ninfe nei pressi della foresta 1770
L’esibizione
dei corpi che fanno sesso nasconde la mancanza di amore in un universo attraversato
non dalla follia dell’amore o dalla disperazione ma dal lusso e dal denaro,
qualcosa che ha invaso la nostra vita quotidiana. La
pelle è abolita ora bisogna penetrare i corpi, implementarli, farne delle macchine Nel futuro forse faremo
sesso con i video giochi e dell’amore come follia d’amore, come capovolgimento
delle nostre certezze, come forza incandescente ed esaltante non
rimarrà più nulla se non qualche esperienza letteraria. Forse finiremo per
amare un robot. Allora rileggeremo con malcelata nostalgia il libro di Barthes
dal titolo Frammenti di un discorso amoroso pubblicato nel lontano 1977, allora considerato dallo stesso autore fuori moda.
Oppure ascolteremo lo Psicanalista dotto,
il Recalcati di turno che ci
farà viaggiare in mondi immaginari, nel passato e nel presente, seducendoci e
ammaliandoci con le sue transitorie parole.
Braissai Parigi di notte 1925
Ora
che l’amore è declamato, celebrato ed è diventato di moda, non c’è amore in questo mondo ma solo esibizione,
denaro e lusso ed è di questo che ci si innamora e non dell’altro da noi. Ci si
innamora del nostro spietato narcisismo. Non si è innamorati che di un’immagine. Il colpo di fulmine quello
che si chiama invaghimento si compie attraverso un’immagine. Quella che ci
rapisce è un’immagine visiva in azione. E’ la situazione che finiamo per amare
e verso cui scatta la passione. Non si tratta di una questione irrazionale che
all’improvviso s’impossessa di noi ma di puro calcolo. Occorre che l’immagine
appaia nel suo contesto, bisogna che essa sia in situazione perché scatti la
figura dell’amore.
L'ermafrodito, statua romana
L’amore come passione amorosa come forza del cambiamento e come essenza presupporrebbe
un sacrificio una dedizione una sofferenza, un passo indietro, un’umiltà, una pazienza, di cui ormai non siamo più
capaci. L’amore verso l’altro o l’altra
significa un corpo altro che chiede di essere ascoltato e amato per quello che
è, nella sua nudità interiore ed esteriore
e non per la fascinosa bellezza o il denaro che l’amato evoca o per come si presenta e appare. Amore vuol dire
significazione che ci fa toccare quella
pelle dell’invisibile che ci cambia e apre al vero corpo dell’amore,
alla voluttà d’amore. Significa rinunciare al senso e alle certezze, amare
l’amato o l’amata senza condizionamenti senza calcolo. Significa infine rivoltare la nostra vita, tornare ad
esistere. Essere per amare e non amare
per fare finta di esistere.
Fermo immagine da un Video di Francesco Correggia, 2004