Tuesday, July 22, 2025

Lo sviluppo urbanistico a Milano

 




L’ inchiesta sull’urbanistica a Milano svela scenari molto più inquietanti rispetto alla logica politica e di sistema che si vuole sostenere attraverso i media. È indubbio che saranno i magistrati a individuare i responsabili di questo sistema corrotto fin dalla sua radice.  Lo sviluppo urbanistico della città era sotto gli occhi di tutti. Interi quartieri devastati per far posto a grattacieli, torri, aree, piazze anonime, utilizzo di pratiche di costruzioni improprie, senza alcun rapporto con il contesto storico. Uno sviluppo insensato che è servito a far posto ai ricchi, alle categorie emergenti del lusso e del turismo, alla nuova finanza immobiliare. Ma quel che è ancora più assurdo e colpevole è il modo con cui tutto questo è stato realizzato senza alcuna remora morale, senza alcun interesse pubblico se non quello di sostenere e favorire il privato e cioè l’alta finanza e avviare secondo Sala uno sviluppo creativo e sostenibile della città che si fonda sull’attrazione e l’apparizione, il che sempre secondo Sala attrae sempre di più turisti e ricchezza.

                            

Quanto tutto questo sia falso e osceno lo si può da subito individuare. Si è trattato, al contrario di quanto sostengono sia i politici di destra che  di sinistra   di uno sviluppo legato ad una   quantificazione del benessere come se solo questa fosse la necessità di tutti, di una tutela del cittadino e delle sue esigenze sociali ridotte a merce. Costruire una città del lusso secondo i principi democratici di una collaborazione fra pubblico e privato produrrebbe una bellezza che tutti possono fruire tanto il ricco nell’attico quanto lo straccione che lo sta a guardare. Sarebbe questa una virtù secondo il principio di questo sviluppo urbanistico? Peccato ormai che a Milano non si trovano più appartamenti in affitto decenti con cifre accessibili ma sono anch’essi diventati mini appartamenti di lusso oppure  b&b  solo per il turismo  mordi e fuggi, per non parlare di ciò che un tempo erano chiamati studi, depositi, magazzini cantine ormai anch’essi diventati  spazi che il più delle  volte sono topaie  su cui lucrare.



 Dietro questo spettacolo edilizio blandito come sviluppo (dai nuovi alloggi per studenti a grattacieli per abitazioni, a nuove aree di urbanizzazione) si nasconde un modo di alimentare l’illusione di un progresso che è solo la facciata di ciò che veramente è, l’espropriazione del pubblico, l’invasione di spazi, costruzioni senza alcun criterio estetico se non quello della cementificazione a tutti i costi. Abbiamo assistito a una gentrificazione selvaggia che ha portato a un aumento dei prezzi degli immobili e, in alcuni casi, alla sostituzione della popolazione residente con residenti più ambienti. La verità è che si è trattato di rivitalizzare un nuovo paradigma della corruttela e dello sfruttamento del territorio e dell’ambiente e non di una riqualificazione a beneficio dei cittadini. Ma come non c’è una specifica commissione per il paesaggio?  Chi sono in componenti di questa commissione? Anche questa è la solita beffa.  Dov’è l’etica del paesaggio e dell’ambiente, quali sono i criteri estetici che tutelano, un luogo pubblico, una natura, un ambiente?

La verità è che manca una visione coerente di sviluppo, un’etica del progresso che tuteli, al di là delle dichiarazioni pubbliche la cultura e i cittadini, il che non vuol dire solo puntare sulla moda, sul design, sul mobile, sulle fiere ma avviare un processo di sanificazione responsabile e attiva con la comunicazione, le problematiche del territorio, la cultura dialettica, con la stessa anima di una città. Non è che tutto si risolve con il dire che chi non ce la fa a stare a Milano se ne può benissimo andare ma con una specie di dirittura morale che sappia ancora rinsaldare il progresso e l’emancipazione con la sostanza etica, gli algoritmi con la ragione, lo sviluppo con la trasparenza, i cittadini con la città, le parole con il discorso vero, in sostanze ricercare nuovi valori di esistenza anche in una città produttiva come Milano. In sostanza credo che il sindaco Sala debba dimettersi per il caos che ha provocato in questa città e non autoaffermarsi dichiarando con candore che ha le mani pulite infischiandosene della maggior parte dei cittadini.

Immagini:

autoritratto

Opere di Francesco Correggia 2023